Tripudio di primavera al nostro Country Resort
La primavera in Toscana esplode in tutta la sua meraviglia, irrompendo impetuosamente nella gelida coltre invernale. Manti di erba soffice ricoprono le colline, cespugli e fronde si vestono di palette variopinte, le note aromatiche dei vigneti si schiudono al primo, rassicurante tepore.
La primavera inaugura la rinascita della natura, il risveglio del sottobosco e il trionfo delle piante in fiore. Un magnifico spettacolo, che ogni anno si rinnova nell’immenso parco del Monsignor della Casa, a pochi km da Firenze.
Le nostre gemme in fiore
Il nostro Country Resort è incastonato in 50.000 metri quadri di verde: un autentico Eden popolato di prolifici olivi, eleganti cipressi, melograni e preziose piante aromatiche, come lavanda, menta, basilico, timo, salvia e rosmarino. Passeggiare nel nostro parco è un’immersione tra effluvi piacevolissimi, soprattutto in primavera. In questo periodo dell’anno, infatti, sbocciano i veri tesori del resort: un variegato mosaico di corolle in fiore, dove risaltano tulipani, margherite, giacinti e campanule dai mille colori.
Tra i fiori della tenuta, un posto particolare merita la regina indiscussa dei giardini più belli. La rosa si rivela qui in regali varietà: rose botaniche, rose antiche e rose rampicanti rosse. Accanto a questi splendidi esemplari, il parco del Monsignor della Casa in primavera è punteggiato da moltissimi iris, dai delicati petali nivei o viola, che immergono l’intero resort in un’atmosfera fatata.
Il fiore simbolo di Firenze
Proprio l’estesa presenza di iris intorno a noi ci riporta alle antiche origini fiorentine e alla grandiosità di questa parte di Toscana. Il fiore è stato infatti dipinto, fin dal Medioevo, sullo stemma della città di Firenze. Il giglio fiorentino, in effetti, non raffigura un vero e proprio giglio, bensì un iris o giaggiolo, tipico delle campagne toscane.
Il blasone cittadino vanta una genesi intrisa di leggende: secondo alcuni, la scelta del fiore è riconducibile alla fondazione della colonia romana Florentia durante la celebrazione della dea Flora, nel periodo di fioritura dei gigli. Altri storici ritengono che il simbolo si leghi al valore della purezza e al culto di Maria Vergine, emblema di castità. Un’altra ipotesi annovera un pretore romano di nome Fiorino, deceduto durante l’assedio di Fiesole.
Qualunque sia la vera storia dell’illustre stemma, questo divenne vessillo dei fiorentini già durante la prima crociata. I colori caratterizzanti, tuttavia, furono invertiti fino alla metà del XIII secolo, in piena guerra civile tra Guelfi e Ghibellini. In origine, infatti, il giglio bianco campeggiava sullo sfondo rosso. Quando i Ghibellini vennero sconfitti ed esiliati da Firenze, nel 1251, continuarono a fregiarsi del blasone cittadino, dunque il gonfaloniere guelfo decise di invertire le tonalità cromatiche, per distinguersi definitivamente dai nemici. Da quel momento in poi il giglio di Firenze veste in rosso su campo candido.